LA STORIA DEL REGGAE
Molti giovani delle ultime generazioni non conoscerebbero nemmeno l'esistenza della Giamaica se non fosse per la sua musica, il reggae, e la sua stella piu' grande, Bob Marley. Ma andiamo con ordine: la musica giamaicana non e' solo il reggae, anzi il reggae cosi' come noi lo conosciamo e' un frutto moderno della tradizione musicale dell'isola. Gli antenati piu' antichi del reggae sono i canti degli schiavi africani portati in Giamaica dagli spagnoli. Ma la prima forma di musica che trova ampia diffusione nell'isola e' il calypso che arriva da Trinidad, e che rapidamente in Giamaica prende la forma del mento, una sorta di calypso piu' africaneggiante: decisamente piu' legato a tematiche sessuali, musica piu' cruda e ancora piu' diretta del calypso. Con il nascere dei primi gruppi stabili e con l'influenza del soul americano trasmesso dalle radio statunitensi, il mento inizio a trasformarsi in ska, passando attraverso le prime esperienze dei sound system, una sorta di grandi discoteche ambulanti che permettono la diffusione della musica anche in zone dove i dischi e le band normalmente non arrivano. I due piu' leggendari DJ dei primi anni Cinquanta, Duke Reid e Clement Dodd, erano anche, produttori dei dischi che loro stessi "programmavano" nei loro sound system. Sono stati anche i primi ad avere studi di registrazione nell'isola sufficientemente avanzati tecnologicamente per poter competere con la musica che arrivava dagli Stati Uniti.
L'industria discografica era nata in Giamaica proprio per combattere l'"invasione" dei dischi di rhythm'n'blues di New Orleans, con prodotti piu' adatti alla musica tropicale. Tempo in levare, fiati in primo piano, armonie rubate alla soul music, lo ska prendeva a piene mani dalla musica afroamericana per adattarla alle proprie necessita' . Alcune delle piu' grandi stelle della musica ska, Don Drummond, Roland Alphonso e Rico Rodriguez, venivano dalla band di Count Ossie, che fu il primo dei musicisti giamaicani a mettere insieme lo ska con le radici della musica degli schiavi e con la musica dei rasta.
Lo ska, insomma e' la "traduzione" giamaicana del rhythm'n'blues e dall'inizio degli anni Sessanta divenne popolarissimo non solo in Giamaica ma anche in Inghilterra, esportato da un intraprendente discografico, Chris Blackwell, che ottenne un grandissimo successo con il primo singolo della sua etichetta (Island), My Boy Lollipop, della giovanissima Millie Small. Lo ska e il rhythm'n'blues ebbero grande eco in Inghilterra soprattutto tra i Moods, una delle prime bande giovanili inglesi, ma in Giamaica attorno al 1966 lo stile di bands come gli Skatalites era gia' styato superato dalle prime forme evolute verso il reggae. La prima evoluzione fu il rocksteady, con personaggi come Alton Ellis, Max Romeo e soprattutto una giovane band vocale, quella dei Wailers, formati da Bob Marley, Peter Tosh e Bunny Wailer. Dal rocksteady si arriva quindi al reggae.
Il reggae mette insieme tutti gli elementi della storia musicale giamaicana: il calypso, la musica rasta, lo ska e il rocksteady, il rhytm'n'blues e l'uso delle chitarre elettriche al posto dei fiati. Storicamente il primo singolo a proporre la parola reggae e' Do the Reggay, di Toots and The Maytals, ma la maggior fortuna del reggae arrivo', soprattutto al di fuori dell'isola con Jimmy Cliff e Bob Marley and The Wailers.
Ripercorrere la storia di Marley e' in qualche modo raccontare la storia della prima musica prodotta alla " periferia dell'impero" che riesce a conquistare e a condizionare il mondo del rock angloamericano. La miscela esplosiva di passionalita' , religione, impegno politico, rabbia e amore della musica di Marley, divenne rapidamente linguaggio giovanile comune per un'intera generazione di giovani europei e americani dalla meta' degli anni Settanta. Alcuni dei suoi brani sono diventati quasi degli standards, canzoni entrate a far parte di quel lessico della musica popolare che rende melodie e parole slegate dal tempo e dai suoi autori. Basta pensare a No Woman No Cry, o Jamming, brani che infiniti artisti in tutto il mondo hanno riproposto e interpretato, proprio perche' il messaggio di Marley riusciva, magicamente, a superare le barriere linguistiche, religiose, politichee a farsi universale.
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IL REGGAE IN AFRICA
La Reggae Music e’ musica regale, quella che il popolo Yoruba chiamerebbe “Rege” ma pronunciata nello stesso modo in cui i Giamaicani pronunciano la loro. Ritorna alle origini. E’ il ritmo del cuore”. Queste parole di Victor Essiet, leader dei Mandators e figura di primo piano nell’ambito del reggae africano, ben ci introducono al tema di questo articolo. In effetti nel corso degli ultimi 25 anni c’e’ stato un notevole feedback culturale e musicale tra la Giamaica dei Rastafari e “Mamma” Africa e non poteva essere altrimenti dato che il Rastafarianesimo sia nella dottrina che nella sua espressione artistica musicale, il Roots Reggae, per quanti non lo sapessero, trova la sua essenza e ragione di vita nel retaggio africano. Signori, qui si parla di un retaggio che ci riporta ai Faraoni dell’Egitto e ancora prima ad Abramo, mica roba da poco, per intenderci. Ed e’ altrettanto ovvio che questa musica prodotta da figli dell’Africa fuori dall’Africa abbia trovato terreno fertile nel luogo da cui in pratica proviene. Gli Africani del continente hanno amato, digerito e metabolizzato questa musica dando vita ad un genere di reggae riconoscibile e arricchito di sonorita' afro, come fosse un bambino che torna dalla madre perduta e ne riceve nutrimento. Ma procediamo con ordine. Tutto ha origine all’inizio degli anni settanta quando la musica di Jimmy Cliff e dei Wailers cominciava a diffondersi nell’internazionalita' dell’etere e molti artisti africani trovarono nell’ ”heatbeat” un naturale complemento alle loro ritmiche.Ma la svolta in questo senso si ebbe quando Bob Marley e Peter Tosh divennero vere star internazionali.A quel punto il reggae di questi due artisti e di altri come loro orientati verso un’audience internazionale, quali Steel Pulse, Burning Spear, Third World, comincio' a circolare massicciamente nei paesi africani sotto forma di cassette. Non erano solo i ritmi a trovare corrispondenza nel cuore della gente ma anche e soprattutto i temi di liberta’ ed emancipazione. E cosi', attraverso le radioline e le autoradio la musica di Jah si riversava nelle strade , in asfalto e non, del Continente Africano. Ma gli eventi che spinsero molti artisti africani a dedicarsi esclusivamente al reggae furono due : il mitico concerto di Bob Marley in Zimbabwe nel 1980 e la pubblicazione dell’album “Equal Rights” di Peter Tosh in Sudafrica , in pieno regime di Apartheid. Nel primo caso, il Profeta del reggae in persona aveva messo piede nella “Terra Promessa” e aveva “benedetto” la gente con la sua musica ; nel secondo caso, in un paese dove piu’ che mai la gente di colore era messa in ginocchio dall’uomo bianco, veniva diffusa la musica di un nero che , senza mezzi termini, inneggiava a “equal rights and justice” e preannunciava che gli oppressori sarebbero stati puniti. E cosi', contemporaneamente a quelle di artisti Giamaicani o Inglesi, in Africa cominciarono a circolare anche cassette di artisti reggae Africani. Col passare del tempo l’African Reggae ha prodotto vere e proprie star internazionali quali l’Ivoriano ALPHA BLONDY e il sudafricano LUCKY DUBE che viene definito, sulle copertine dei suoi cd, addirittura come il piu’ popolare artista reggae dopo Bob Marley. Prima di analizzare piu' nello specifico gli esponenti del reggae africano, va subito detto che musicalmente questo genere si rifa' molto allo stile dei vari Marley , Tosh e Cliff, arricchito, ovviamente, dal talento personale di ogni artista e dalle sonorita' piu’ propriamente africane. Tant’e’ vero che Majek Fashek, star nigeriana del reggae, chiama la propria musica Juju-Reggae e Askia Modibo del Malì definisce il proprio stile Wass-Reggae, proprio perche’ la musica di entrambi è frutto del riddim giamaicano e della musica popolare del loro paese. Complessivamente si puo’ dire che l’African Reggae Style ha grossi punti a suo favore. Innanzitutto ha una solarita’ sovente non presente nel reggae giamaicano che spesso si perde nelle insulsita’ dell’hardcore ragga; inoltre va detto che questo e’ uno stile che, classico o marleyano quanto si vuole, comunque ha contribuito a mantenere viva nel mondo l’immagine e la musica del rastaman cosi’ come l’avevano delineata gli storici campioni del reggae. E’ questa e’ una cosa da non sottovalutare, perche’ sono ancora quelle atmosfere a spingere molti a sentire , acquistare e a fare musica Reggae. Se non ci fossero stati artisti reggae come quelli africani (e come alcuni vecchi leoni giamaicani, come Burning Spear e Culture, certo) il dancehall forse avrebbe fatto si’ che il roots reggae divenisse solo un ricordo nell’immaginario musicale collettivo. Inoltre va detto che la scena Reggae Africana ha prolungato le carriere di molti artisti Giamaicani quali Don Carlos, Ijhaman Levi, Jimmy Cliff , U Roy che godono o hanno goduto di un’enorme popolarita’ in Africa sicuramente più grande di quella che hanno avuto , almeno in certi periodi delle loro carriere, in Giamaica o Inghilterra.
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IL REGGAE IN ITALIA
Sulla penisola italiana il Reggae non e’ assolutamente una novita’: in seguito alla morte di Bob Marley nel 1981, il quale tenne con gran successo un concerto allo stadio San Siro di Milano (100,000 persone) e uno allo Stadio Comunale di Torino, la diffusione di questo ritmo fu inarrestabile. Piú di 10 anni fa si costituirono una moltitudine di gruppi che proposero la lora musica nei Centri sociali (una sorta di centri giovanili e/o culturali con sedi amministrata autonomamente in luoghi occupati che andarono a formare centri di cultura giovanile, politica sociale, movimenti antifascisti, anarchisti e pacifisti).
Tra i gruppi storia del reggae italiano rientrano sicuramente gli AFRICA UNITE, gruppo fondato nel 1981 a Pinerolo (prov. Torino) ruotante attorno ai due musicisti Bunna e Madaski. In origine conosciuti con il nome "Africa united" scrissero testi prevalentemente in lingua inglese. Il loro successo ebbe inizio con l'album di debutto Mjekrari, publicato nel 1987, seguito in breve tempo dall'album Llaja. Il gruppo conquisto’ ben presto fans in tutta la penisola e nel 1991 accrebbe la propria popolaritá anche al'estero con l'uscita del album People Pie, riuscendo a raggiungere perfino la Jamaica. Li’ si esibiscono al fianco di Gregory Isaac, una leggenda del reggae. Due anni dopo ci fu una svolta nei testi: da quel momento in poi prevalse la lingua italiana. Con la publicazione del LP Babilonia e Poesia (1993) il gruppo ando’ in tournee e nonostante le canzoni fossero presentate in lingua italiana essi conquistarono il publico nelle varie parti del mondo, dalla Francia all'Olanda all' Inghilterra e persino all'Iraq (Festival di Babilonia). Due anni dopo apparve l'album Un sole che brucia (1995). Un anno dopo ancora, il primo album live per la Polygram In diretta dal sole. Nel 1997 venne lanciato sul mercato Il gioco, album prevalentemente caratterizzato da sonoritá Dub. Nel 2000 poi entuasismo’ i propri fans con l'opera Vibra. Con maestrezza i musicisti riuscirono a fondere Roots Reggae e Lovers von sonoritá ed effetti elettronici.
C'erano tra i piu’ famosi gruppi reggae della scena italiana i REGGAE NATIONAL TICKETS, un gruppo bergamasco ed i PITURA FRESKA, gruppo veneto, legendario tra l'altro per la presenza di oltre 15 anni sui palcosceni d'Italia. Con testi scritti in dialetto veneto in uno stile melodico-roots, in parte umoristica ed allo stesso tempo socialmente impegnati, il gruppo nell'ultimo decennio ha pubblicato una moltitudine di album, remix e video. Purtoppo si sono sciolti negli ultimi anni
Accanto a questi gruppi, ne sono da nominare alcuni altri proveniente sempre dal nord d'Italia: TRAIT D'UNION (prov. Torino), RISIN' FAMILY (reg. Piemonte), BARMAGRANDE (Ventimiglia - Liguria), FARAWAY BABYLON (Trieste), COOKOOMACKASTICK (Ferrara), BOO BOO VIBRATION (Bologna) e due gruppi lombardi REALIZE (ex VICOLO D) e GANJAMAMMA.
Il boom dello Ska, in constante crescita da diversi anni, ha portato alla nascita di gruppi come i FAHRENHEIT 451 (Venezia), i FRANZISKA (Milano), gli ARPIONI (Bergamo) e i SO VIBES (Venezia).
Piú al nord ancora, ovvero nella regione dell'Alto Adige, troviamo i WE AND THEM, gruppo reggae che fino ad oggi ha pubblicato 2 album e tenuto molti concerti, tra l'altro anche al Rototom Reggae Sunsplash Festival, i SHANTY TOWN con il loro album di debutto "Reggae Nation" sfornato da poco, i CLUB 99 (Ska) caratterizati da una forte sezione fiati, i RAGGA REGGAE e i CANTINA ROOTS.
Dalla Toscana, il GENERALE, che dopo un silenzio durato 7 anni é tornato sul mercato lanciando un disco nel quale viene accompagnato da musicisti e gruppi come JAHCALONE, JAHMENTO e ONE DROP BAND. E sempre d'origine toscana sono FRANK RAYA e la raggamuffin-band RUFF SELECTORS.
Nel centro-sud d'Italia esiste una scena reggae alquanto interessante e variopinta: i RADICI NEL CEMENTO, di casa nella Roma capitale - gruppo che fu fondato nel 1993 con il nome "Roots in Concrete"; inizialmente tennero molti concerti sia a Roma che nei dintorni e molto frequentemente nei Centri Sociali. Nel 1996 uscà l'album Radici nel Cemento a cura della casa discografica romana e indipendente Gridalo Forte Records; questo loro primo album venne presentato dal vivo in Italia e Svizzera. Seguirono svariati concerti in Francia e Spagna. Nel corso degli anni lavorarono assieme a musicisti del calibro di Charley Anderson (bassista e cantante dei legendari Selectors), Laurel Aitken (uno dei padrini dello Ska), Fermin Muguruza (cantante del gruppo basco Negu Gorriak) e Alton Ellis (pionere del Rock-Steady). Nel giugno del 1998 uscà il loro secondo album Popoli in vendita. Soltanto un mese dopo partirono per una tournee attraversando tutta l'Italia e, grazie alla collaborazione con il label basco Ezan Ozenki e la band basca King Mafruni, attraversarono persino la Grecia, la Francia e la terra basca. Nel 1999 la Satta Records, che era stata fondata da poco, diede loro la possibilitá di esibirsi come gruppo di supporto a Max Romeo. Inoltre i RNC registrarono una "version" (base reggae senza voci) per il disco Brigadistak Sound System di Fermin Muguruza. Per la registrazione del terzo album intitolato Alla rovescia (uscito nel marzo 2001) collaborarono assieme ad alcuni artisti italiani famosi (Madaski, Nidi d'Arac, Tribú acustica) e presentarono un'opera contenente canzoni stile roots, ska, dub, reggae e con molto spazio per esperimenti musicali.
Un progetto secondario di alcuni membri dei RNC sono i TRIBÚ ACUSTICA, gruppo reggae che basa la propria musica su sonoritá acustiche ed arrangiamenti melodici e usa una moltitudine di strumenti diversi (da steeldrums e cajon a flauti ed armonica a bocca). I Tribú acustica infine registrarono un intero album assieme a Max Romeo.
Senza dubbio da nominare, essendo tra i migliori rappresentanti italiani della scena dub, sono i romani NEUROLOGICI, con i loro dub-vibes melodici e magici. L'intero album - un autoproduzione - puó essere scaricata gratuitamente in forma di mp3 dal loro sito internet.
Piú a Sud, per l'esattezza a Napoli, troviamo in vetta alla graduatoria di popolaritá un gruppo che originamente ebbe inizio come Ragga-Band: i 99 POSSE. Dal 1991, anno in cui fu fondata la band, fino ad oggi rappresenta un megafono per la gioventú italiana, la quale non ha buona opinione riguardo capitalismo, fascismo, razzismo, globalizazione, antiproibizionismo e politica di destra. I contenuti dei testi, scritti in parte in dialetto pertenopeo dai componenti del gruppo, avvero Zulu, Meg (una dello poche donne della scena) e Marcoposse, parlando di contrasti sociali, disoccupazione, violenza da parte della destra radicale, diritti delle donne, giochi di potere dell'esecutivo, globalizzazione e capitalismo. A paritre dal "Reggae" e/o "Ragga", la band é passata col tempo verso uno stile musicale molto sperimentale influenzato da elettro- trip hop e jungle.
Pure gli ALMAMEGRETTA, anch'essi di Napoli, furono in origine un gruppo reggae, che con il passare degli anni venne sempre piú a contatto con stili dub ed elettronici. I 24 GRANA suonano uno stile che loro stessi definiscono industrial-folk mischiato a influenze reggae, dub e rock. Anche nella loro musica, sintetizzatore e sampler sono un un'importante fonte di esperimenti musicali. Un ulteriore rappresentante per questo genere musicale lo troviamo sempre nel capoluogo della Campania, é il "Rastaman" HOBO. Nell'Umbria é di casa il dub ipnotico del gruppo ORANGE DUB.
Sulla costa a sud est dello stivale si trova il Salento, una parte della Puglia, da molti denominato come la "Jamaica d'Italia". In vetta si trovano i SUD SOUND SYSTEM, nati nel 1987/88 e composti dai MCs Papa Gianni, GgD, Don Rico, Terron Fabio, Nandu Popu, Treble e Gopher, giá allora cantarono testi in dialetto salentino scritti da loro stessi sulle musiche di dischi reggae jamaicani. Trovarono cosà il modo di comunicare con la gente, attraverso la musica, e riuscirono cosà facendo a divulgare le proprie opinioni riguardandi cose e problemi quotidiani. Fu sopprattutto l'uso del dialetto a dare al Dancehall/Raggamuffin- ensemble un certo proprio tocco. Nel 1991 venne pubblicato il loro primo 12" intitolato Fueco/T'a sciuta bona, poi seguà Reggae internazionale/Punnu leu e Chiappalu/Turcinieddhri. Due anni piú tardi la band fondó una propria casa discografica indipendente, a cui diede il nome Ritmo Vitale ed in seguito la prima autoproduzione Salento Showcase '94, album con numerose collaborazioni assieme a diversi newcomers della scena locale. Nel 1996 uscà l'album Tradizioni '91-'96. Ne furono vendute circa 25000 copie, e pochi mesi dopo Comu na petra, album assai impegnato e ricco di variazioni. Un anno dopo venne lanciato sul mercato No playback - Comu na petra remixes con i remix di Ohm Guru, Delta 9 (Sangue misto), Frank Nemola e Almamegretta. Nel 2001 il gruppo pubblicó due ulteriori album Reggae Party e Salento Showcase 2000, quest'ultimo con la partecipazione di numerosi musicisti provenienti da tutta la Puglia.
I SUONI MUDÚ da Bari sono attivi dal 1990 e continuano da allora tradizione lanciata nei primi anni 80, sempre a Bari, dalla band Different Stylee. Il cantante dei Suoni Mudú, Nico Calduaruolo, compone liriche in parte assai militanti, che presenta in una sorta di "Dub Poetry". Due CD autoprodotti sono giá stati pubblicati ed un terzo é tutt'ora in produzione.
Altri gruppi originari della Puglia sono la CHOP CHOP BAND (Barletta [BA], vincitore del "Festival internazionale del Reggae" a Londra nel 1996), i DREAD INA BABYLON, ANIMA SOLARE e i HARDICORE.
LioN`
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