TERMOLI
Termoli, punta estrema di una terra legata ad antiche civilta' e tradizione, si protende nell'adriatico, quasi a voler essere l'avanguardia delle citta' molisane. Le origine si perdono nel tempo; nessuna tradizione ci precisa quando fu fondata, quantunque dai ruderi ancora rimasti e' lecito argomentare che essa fu antichissima citta' frentana, fiorente al tempo dell impero romano. Sul territorio sono stati rinvenuti reperti risalenti all'eta' del Ferro. In localita' porticone, a breve distanza dal centro, e' stata riportata alla luce una necropoli arcaica; recuperando 149 sepolture risalenti ad un periodo che va dalla fine del VII al III secolo a.C. (la gran parte del VI secolo); essa attesta l'esistenza in zona di un consistente insediamento. Sul nome di Termoli varie sono le opinioni degli storici. C'e' chi crede e sostiene al nome derivante de TERMINE, poiche' essa segnava i confini tra la Frentania e la Daunia; altri interpretando i distici di Marziale, credono che tal nome derivi dalle fonti termali, all epoca esistenti, delle quali ancor oggi si scoprono alcuni resti nelle vicinanze di Rio Vivo.Sorride il peaesaggio. Da piazza Sant Antonio si gode il panorama della costa e della montagna abruzzese; dal Belvedere si scorge il promontorio del Gargano, sull apparente limite delle acque, la sagoma delle Isole Tremiti, dominate dall ombra dell errante Diomede. Ma questa antica terra frentana, non e' solo paesaggio, e' anche arte possedendo tesori incomparabili nei quali il romanico, il bizantino, il gotico ed il barocco recano l impronta delle diverse civilta' succedutesi.Sul promontorio, tagliato nell azzurro a specchio d acqua tra le due spiagge lunate, risalta la scenografia del Castello svevo e del Duomo circondate dalle tipiche viuzze del borgo che si affollano tra le vecchie mura delle case ricche di finestrelle, di balconi e di pianerottoli protesi verso il mare.
La gente termolese, pur se chiusa nelle sue tradizioni secolari, e' rimasta quella di sempre: ospitale, cortese ed affettuosa; il cittadino, a somiglianza del crociato Oliviero che, inginocchiandosi innanzi alla sua Basilica, parti' con il suo scafo alla volta dell oriente per la liberazione del Santo sepolcro e per portarci in dono il corpo di San Timoteo discepolo di Paolo, e' sempre sulla breccia a lottare per un domani migliore, rifuggendo dalle mistificazioni e dall anonimato.
LA CATTEDRALE
La diocesi di Termoli si presume eretta in tempi anteriori il V secolo. La cattedrale si trova nel cuore del borgo medievale, circondata da case basse in una piazza in una piazza quadrata dalla quale in piu' punti emerge la suggestiva vista del porto e del mare. La primitiva chiesa Maior si ritiene edificata, forse nel V secolo, sulle rovine di un tempio romano dedicato a Castore e Polluce; nel corso degli anni subi' distruzioni, incendi e terremoti. Fu restaurata nel 700 e nel 1932-35.L'esame stilistico fa supporre che la costruzione della cattedrale sia avvenuta gradualmente fra la fine del XXII secolo e l'inizio del e la prima meta'e' del XIII. Uno degli autori si presume sia stato Alfano da Termoli. Il tempio e'tra i monumenti piu' importanti del Molise. Rivolto ad oriente, e' alta 22,5 metri, larga 18 e lunga 34 metri e poggia su un basamento alto 1,75 metri. Sullo stilobate, verso sinistra, corre la scritta SCE. MARIE (Santa Maria) al quale era dedicata la Cattedrale.
Nella sezione inferiore della facciata vi sono sette arcate a ghiera che si snodano con una continuita' e' ritmica orizzontale e con l'arco centrale maggiore rispetto agli altri, sotto il quale si sviluppa il portale, con sei bifore cieche tre da un lato del portale e tre dall'altro. Ogni bifora e' diversa dall'altra negli ornati: tra un'arcata e l'altra, in prossimita'dei singoli capitelli scolpite con figure umane e foglie d'acanto, si trovano fioroni riccamente decorati; le uniche coppie di colonnine non fornite di capitelli sono quelle esterne adornate di figure animali. In ogni bifora vi erano delle statuette; oggi ne restano solo due, l'annunciazione con l'Angelo con giglio in mano e la Vergine ritratta seduta. Il portale ha uno schema per fasci tristili di colonnine che partivano direttamente dalle basi per reggere i soprastanti gruppi statuari.
La zona superiore della facciata e' composta conci piccoli con malta, ricostruita dopo il terremoto del 1456; ha un rosone formato da quattro cerchi concentrici decorati da foglie.
L'interno e' riportato alle sue forme originarie dopo una ricostruzione effettuata a partire dagli anni trenta. I restauri hanno riportato alla luce la precedente struttura a pianta basilicale con tre navate e tre absidi, pilastri a base circolare e mosaici pavimentali dell'undicesimo secolo.la copertura della navata centrale e' a capriate mentre quella delle navate laterali e a crociera, intervallata da archi a sesto acuto.sul pavimento, coperto da vetrate, si possono ammirare mosaici del X-XI secolo d'ispirazione orientale.
Durante lavori di restauro nel 1761, nella grotticella di San Basso, Monsignor Giannelli rinvenne le spoglie umane del nostro Santo patrono Basso, che la tradizione vuole portato il 4 agosto del 575 a Termoli. Mentre nei lavori di restauro del 1945, l'11 maggio, Monsignor Bernacchia rinvenne le spoglie di San Timoteo discepolo di Paolo, venute a Termoli per opera dei crociati nel duecento e occultate facendone dimenticare la memoria.
Questa e' la Cattedrale di Termoli un gioiello romanico pugliese che tutto il popolo termolese conserva gelosamente.
IL CASTELLO SVEVO
Federico II di Svevia, coltivando il suo sogno di riunire la Germania e l'Italia sotto lo stesso dominio, progetto' un programma militare che realizzasse un sistema fortificato dalle frontiere sud-orientali italiane sino alla Sicilia.
In questo modo molte fortificazione normanne furono trasformate, altre furono costruite; si diede luogo ad un grosso programma di istituzione di torri di avvistamento e di segnalazione, di castelli e di fortezze. Il programma predisposto gia' nel 1220, si occupo', inizialmente della sicurezza interna potenziando le costruzioni fortificate, gia' esistenti, ritenute strategicamente importanti.
Termoli partecipo' a questa fase di riorganizzazione militare avendo gia' un antico castrum, citato nel 1239 in una lettera di Federico II, nella quale si permetteva ai termolesi di tenere un mercato settimanale tra le mure della citta' vecchia.
Alla fine del periodo 1241 - 1246, Termoli viene citata tra i castra del Giustizierato di Monte Sant'Angelo;
presumibilmente l'impianto originario e' stato trasformato in una pianta regolare tipica del periodo svevo.
Si tratta di una costruzione che ha subito molti e a volte inopportuni rifacimenti, tuttavia ha conservato la tipologia del mastio normanno. Poggia su un tronco di piramide rettangolare, quasi quadrato, i cui angoli mettono in mostra bastioni cilindrici. I quattro assi di riferimento hanno una propensione geometrica ed un asseto simmetrico che denota il gusto delle forme compenetranti di corpi con corrispondenza di strutture. Questi elementi formali sono comuni all'architettura sveva.
La mole e' sviluppata soprattutto in altezza sul lato nord a ridosso del mare; la posizione della citta' come termine, richiama ad una utilizzazione del castello in quanto ultimo avamposto della Capitanata ma anche fortezza militare di segnalazione e di avvistamento.
Il Castello perse gradualmente la funzione militare e, nel periodo della dominazione spagnola, alle pareti si sovrapposero decorazioni, si ampliarono le feritoie e si aprirono finestre. Divenne nel 1902 monumento nazionale.